Biografia
Roberto Raviola, alias Magnus

Roberto Raviola nasce a Bologna il 31 maggio 1939. Si diploma al liceo artistico frequenta l'accademia delle belle arti; professionalmente comincia negli anni sessanta come insegnante di disegno, scenografo teatrale, grafico pubblicitario ed illustratore. Occasionalmente firma alcuni murales sulle pareti di certi locali bolognesi con lo pseudonimo di Magnus Pictor.
E' nel 1963 che comincia il sodalizio con Luciano Secchi, alias Max Bunker, editore a cui si deve, nel famoso periodo della "Corno", l'introduzione in Italia dei famosi fumetti di supereroi in calzamaglia made in USA che ormai tutti conoscono bene. Sodalizio fortunato, che comincerà con il successo di personaggi "noir" quali Kriminal e Satanik, ben più crudeli antisegnani del noto Diabolik delle Giussani.che pure consacrerà quel genere riscuotendo inaspettati consensi, per culminare col personaggio forse più noto tra quelli disegnati da Magnus: Alan Ford, nato nel 1968, sempre dalla fantasia di Bunker.
Ma a differenza dei due "K"-antieroi negativi, Alan Ford è un fumetto che segna un'epoca non per l'efferatezza di crimini e delitti, ma per la pungente satira socio-politica che lo rende molto di più che un fumetto semplicemente divertente ed ironico. E a dire il vero, visto anche il cambio di registro della qualità delle storie dopo l'abbandono di Magnus, si ha il sospetto che proprio Raviola possa aver contribuito non poco all'irresistibile ironia ed originalità di quel fumetto (*). Del resto era prorio nel '68 che nella rivista Eureka, anch'essa creatura di Secchi, era stata pubblicata la prima avventura di Maxmagnus, serie di cui Magnus e Bunker sono addirittura i caricaturati protagonisti nelle vesti del Re e dell'Amministratore Fiduciario ed in cui la satira socio-politica assume quasi un sapore amaro, tanto è crudo e vero il messaggio che se ne ricava alla fine: Non c'è rivoluzione che tenga: i ricchi ed i potenti rimangono, rivisitati e corretti, sempre al loro posto ed i pezzenti restano pezzenti. Una sferzata anche per gli ingenui ottimisti e sostenitori della rivoluzione come mezzo per cambiare le cose.
E Magnus prosegue il suo cammino sempre dalla parte dei vinti (*), che nelle sue storie perdono sempre, ma si fanno sempre voler bene. Al punto che il debole riesce vincitore almeno in questo, nella complicità col lettore che rende sue le sue disgrazie e con lui ride e soffre.
Nel 1975 Magnus abbandona Alan Ford ed interrompe il suo continuato rapporto professionale con Secchi alla ricerca di una sua via più personale ed è a questo punto che il suo talento come autore completo, prima solo delineato, esplode in tutto il suo splendore. Già nel 1973 aveva cominciato I Briganti, adattamento di un classico della letteratura cinese del 1300, opera portata avanti fino al 1986, quando fu interrotta incompleta. Ultimamente era nelle intenzioni di Raviola riprendere il lavoro, ma la prematura scomparsa di Magnus fa si che questa resti un'opera incompiuta.
Dal 1977 ad oggi il lavoro dell'autore è stato quanto mai prolifico. Il secondo felice sodalizio artistico della sua carriera è con Giovanni Romanini, con cui nel 1977 pubblica La Compagnia della Forca. E' in questa occasione che viene confermata la naturalezza con cui Magnus si destreggia tra gesta eroiche e mondo medioevale, il tutto condito con l'immancabile satira ed ironia che lo contraddistingue. Una via di mezzo tra l'Armata Brancaleone di Monicelli ed I Nostri Antenati di Italo Calvino, a dimostrare che la verve comica non impedisce mai all'autore di riflettere su gli aspetti più profondi e paradossali della società passata e presente.
E sempre dalla parte dei vinti, a questo periodo appartiene la saga de "Lo Sconosciuto". Le serie sono due, piu' un primo episodio di una terza serie che non ha avuto modo di poter essere sviluppata. I primi sei episodi terminano apparentemente con la morte del protagonista, antieroe per eccellenza, rivista e corretta in una "resurrezione" sotto i ferri di una sala operatoria nel primo episodio della seconda serie. Si tratta di un fumetto vero, crudo ed adulto, un vero sui generis le cui tematiche sono profonde e conducono alle piu' amare conclusioni politiche e sociali. Tra l'altro si attribuisce alla prima serie di questa collana la raffigurazione della prima erezione machile in un fumetto, fatto che sta a testimoniare la volontà dell'autore di descrivere tutto così com'è, senza ipocrisie..
A chiudere questo secondo ciclo cominciato nel '75 c'è "Milady nello Spazio" (1980), ispirata dalla vena creativa di Asimov e che richiama chiaramente all'iconografia dell'immortale Flash Gordon di Foster. E quando si pensa che la creatività ed originalità di questo autore sia ormai arrivati al culmine, ecco che Raviola comincia veramente a stupirci dando il meglio di sè nella sua ultima e migliore fase creativa.
Quest'ultima fase creativa è da alcuni definita "erotico-narrativa". Effettivamente Magnus si guadagna la fama di maestro dell'erotismo a fumetti, insieme a Manara, Pratt, Serpieri, Saudelli, Frollo e molti altri. Ma è mio modesto parere che Raviola abbaia realizzato fumetti ben più che banalmente erotici (quando non pornografici almeno nel realismo di certe descrizioni). Necron, nato come fumetto per adulti, ne è la riprova, con la sua irresistibile vena ironica. Di questo periodo hanno fatto storia "Le 110 pillole" (1985) col suo messaggio di fondo quasi moralista, "Le femmine incantate", vera poesia, in verità, come pure "Il Principe nel suo giardino".
Più complicati a collocarsi sia cronologicamente che tematicamente sono le "Novelle erotiche" (tra cui spicca "Dieci Cavalieri ed un Mago") ed altre storie autoconclusive, come "Vendetta Macumba" o "Quella sera al collegio femminile", ma comunque tutte opere degne di nota per l'eccelsa qualità.
Ultima grande, quasi epica, fatica dell'autore è "Tex, la valle del terrore", il cosiddetto "Texone", ormai vera pietra miliare della narrativa disegnata nonchè testamento artistico di Raviola.
Un vero peccato che la morte abbia sorpreso questo indimenticabile maestro all'inizio di quello che si preannunciava come qualcosa di mai visto nel mondo dei fumetti. Perchè per quanto il Texone ci possa apparire perfetto, i primi studi sulla neonata "Il Conte Notte", opera stroncata sul nascere, ci testimoniano senza ombra di dubbio che il culmine ancora per Magnus non era stato raggiunto, che questo infaticabile artista non aveva smesso "di cercare, di scoprire e di non arrendersi", come direbbe Tennyson.
Dopo sette anni di duro lavoro sul Texone Raviola diceva ridendosi addosso: "Finito questo lavoro, io muoio". E "nella bella valle che il Santerno bagna, che parla tosco in terra di Romagna" (Castel Del Rio come lui la desciveva) è scomparso il 5 Febbraio del 1996 Roberto Raviola, per tutti noi Magnus.

NB: Si ringrazia Gianluca Bellizia per aver segnalato la mancata menzione in questa sede della fondamentale serie "Lo Sconosciuto". Il webmaster si cosparge il capo di cenere chiedendo perdono per una così grave mancanza.